Le poesie di Giuseppe Nigretti - Giuseppe Nigretti Labyrinths - Arte Poesia Pittura Fotografia

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L'ESSERE E LA SUA MANO 2020/2021 - Ed. PeQuod
PER AMARE DERIVE 2020/2013 - Ed. Albatros Il Filo
DIARIO DI-ARIA 1994/2013- inedito
Poesie di Giuseppe Nigretti
Il mare omerico è l’orizzonte poetico di Giuseppe Nigretti, che ne coglie gli opposti: vita e morte, illusione e delusione, attesa e compimento, in un continuo perdersi e ritrovarsi: perché il mare è il tuo specchio, (Baudelaire). L’incrocio di analogie e contrasti è anche nel titolo, dove la parola amare ha in sé la doppia lettura di aggettivo e di verbo, mentre la preposizione per è l’andare, il topos del viaggio, dell’esilio, del naufragio.
Ne esce una semantica delle derive come piacere e dolore, che investe l’essenza umana, verso il freddo dell’assenza; dove il vissuto fra parvenze e miraggi, fra scorie e memorie, va a significare simbolicamente ogni condizione umana, che non cessa di interrogare il destino, nelle derive sconfinate della poetica voce.
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poesie di Giuseppe Nigretti

Il poemetto di Giuseppe Nigretti, L’essere e la sua mano, è composto da quattro nodi tematici:
1 - Il messaggio evangelico dell’amore tradito
2 - La diade uomo-dio: Dio come entità creata dall’uomo
3 - Figure sullo sfondo biblico. Dio “creatore e distruttore”
4 - Meditazione sul destino umano, il male e la morte.
La genesi dell’opera ha le radici nell’interiorità del poeta, da sempre attratto dal fascino dello spirituale.
Non si tratta di un approccio storico-critico alle Scritture, o di un ritorno alle cose religiose con gli occhi dell’infanzia, o il desiderio di ripristinare una fede smarrita, bensì dell’acuirsi e accendersi di uno sguardo che non ha mai cessato di interrogarsi.
Qui, i protagonisti sono l’essere e la sua mano, (il poeta e la sua scritura) quali esuli in fuga che testimoniano l’umana erranza, in una geografia metafisica, a reinterpretare il racconto del passato collettivo nel confronto col divino, sulla soglia dell’”oltre”, di quel grumo di attese che il pensiero occidentale ha denominato Dio.
DIARIO DI-ARIA 1994/2013
è, come il titolo, una scrittura eterea ed equorea, declinata al maschile e al femminile. È uno specchio di abbagli e di sogni; è lo sguardo di chi sta sulla soglia; è il destino di chi vaga su dedali e terre, o per mare e derive su naufraghe vele. Dove lo sgocciolio delle sillabe ricompone memorie di carne e d’amore e traccia su carta echi di parole e assenze.
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